The big day!

foto_2

“The big day”, il giorno che alcuni sognano sin da bambini, altri temono, altri ancora trovano oltremodo stressante, bene, immagino avrete già capito che sto parlando del giorno del matrimonio!

Io ero probabilmente un po’ stanca…dato il fatto che una settimana prima mi sono fratturata la caviglia, cadendo dentro ad una di quelle vaschette che servono per bagnarsi i piedi prima di entrare in piscina!!….Così, dopo una corsa al pronto soccorso ed aver fatto delle lastre, l’ortopedico decide di non mettere i gesso (per fortuna) ma solo un bendaggio molto stretto, che ha fatto sì che mi sposassi il sabato dopo con un bel paio di scarpe da ginnastica chiare che già avevo a casa…. cosa che forse mi ha salvato dall’avere i piedi bagnati tutto il giorno, dato il fatto che pioveva!

In più, il giorno prima l’autonoleggio ci avvisa che l’auto che avevamo scelto (una Morgan cabrio del ’54) era guasta…..anche qui, il caso vuole che le altre auto disponibili erano moderne e non cabrio, così facciamo il percorso dalla chiesa al ristorante all’asciutto ed al caldo con una bellissima Jaguar grigio metallizzata!!

Il viaggio di nozze viene rinviato…Andremo a dicembre, perché ai Caraibi i mesi estivi sono caratterizzati da forti piogge… Una bellissima interruzione alla fine dell’anno…il congedo matrimoniale, quindi, l’abbiamo fatto a casa, sul divano, a pensare ai momenti del matrimonio, a quanto bello e speciale sia stato quel giorno, a quanto ci sia piaciuto ogni istante della cerimonia e del ricevimento, a quanto sia meraviglioso l’amore, al fatto che la vita è un miracolo, noi stessi siamo un miracolo….

 

 

Evviva la neve!!

Oggi nevica…livello di allerta 2…il massimo………non sono andata al lavoro, potevo rimanere bloccata per strada….guardo dalla finestra i fiocchi di neve cadere lentamente ed il mondo monocolore pare coprirsi di una improvvisa calma. Ed io finalmente ho tempo di scrivere un poco….

Cicli ed equilibri

Torno a scrivere velocissimamente (computer a casa crashato, tempo per scrivere nullo) con una riflessione di queste ultime feste natalizie……..E’ un buon periodo per me questo, senza dubbio, anche se gli ultimi 4 anni per me sono stati terribili, ora pare che la mia situazione personale si sia assestata. Questo natale, però, è morto mio nonno, mia nonna è in ospedale, mio padre ci andrà a giorni per un aneurisma, mio zio è in attesa di un trapianto di fegato………un disastro insomma. Mi sento in colpa, io così felice, innamorata, al punto di inizio della costruzione della mia famiglia, ed altri così infelici….

Ho sempre pensato all’equilibrio come ad una linea retta, dove tutto è piatto, ma se l’equilibrio fosse un alternarsi continuo di cicli, come una spirale che converge in un solo punto? 4 anni fà ero io, disperata, perduta, ora sono esattamente all’opposto, uscita dal vortice…

 

L’emozione e la sorpresa

Il matrimonio si avvicina e si avvicinano gli appuntamenti obbligati che contraddistinguono questo evento…E così andiamo e scegliamo le bomboniere, qualcosa di dolce, un ricordo che simboleggi tutta l’indimenticabile dolcezza di un matrimonio…..ed altrettanto dolce scegliamo il posto dove festeggeremo il nostro matrimonio, dove ci faremo scattare delle foto per immortalare attimi, gesti, sguardi fugaci di un giorno irripetibile…ed alla fine, dulcis in fundo, come ci vestiremo? Ed ecco la sorpresa, quell’emozione inaspettata, di indossare un vestito bello, il più bel vestito che ho mai provato. Bello è la parola che lo descrive meglio. Non bellissimo, non meraviglioso, che sono aggettivi che lo sminuirebbero. Quel vestito è solamente, unicamente, bello. Non lo avrei detto, ma indossare e scegliere un abito da sposa è bello, i tessuti, il disegno, il modello, tutto dice una sola cosa” la bellezza non è la perfezione è l’unicità.”

Finite le vacanze

Eccomi di ritorno ormai da una settimana dalle vacanze ed ho ancora davanti agli occhi la tempesta di colori,odori e rumori di cui mi sono inebriata per settimane, fiori, foglie, alberi, il profumo dell’erba al mattino, il ronzio di insetti golosi di polline, il piacere delle lunghe camminate per raggiungere piccole “Malghe” in mezzo ai boschi, sedersi su una panca di legno per gustare frutti di bosco e piatti a base di funghi. Come un sogno è stato stare in questo paradiso terrestre, tutt’uno con la natura.

 

Arrivederci

Eccomi, ultimo giorno prima di partire, ci rivediamo dopo il 16 agosto miei cari amici e lettori, vado a ristorarmi tra le montagne dell’AltoAdige, un carico di energia e libertà.

 

 

 

Il mio Forrest Gump

Io sono tra le poche fortunate ad avere incontrato un “Forrest Gump” ed è a lui che dedico questo articolo, anche se con ogni probabilità non lo saprà mai, ma lui se lo merita proprio. Ero uscita dall’ospedale e non potevo guidare, l’unica soluzione che avevo senza spendere troppo in taxi era quello di appoggiarmi ad una pubblica assistenza. Ed è qui che ho conosciuto il mio “Forrest Gump”.

Aveva l’apparecchio all’orecchio e non parlava bene, ma aveva lo sguardo sveglio e curioso, mi guardava studiandomi con i suoi occhi scuri e brillanti. Andando al lavoro mi teneva la portiera e mi prendeva la borsa. Ho saputo molte cose su di lui, dove viveva, sua mamma, suo fratello e la sua famiglia, quello che faceva in croce, le notti che passava lì, insieme agli altri volontari, e lo raccontava con grande passione, come chi è davvero innamorato di ciò che fà e della propria vita. Ho saputo poi che sua mamma, un pò in là con l’età e preoccupata per il figlio, per assicurarsi che non frequentasse cattive persone e che si tenesse impegnato facendo qualcosa di utile per sè e per gli altri aveva chiesto a questa Croce di tenerlo con loro e dargli qualcosa da fare. Arrivava da una brutta esperienza vissuta in un’altra croce dove si approfittavano di lui facendosi offrire la colazione, il caffè, il pranzo…..lui, felice di essere coinvolto e di stare con gli altri non diceva mai di no. Il fratello se ne era accorto e aveva scatenato un putiferio. Per questo si trovava lì quando io usufruivo del loro servizio.

Mai ho visto fare il proprio lavoro con così tanta passione e devozione. Era delicatissimo con me, gentile e anche se ero io a guidarlo fino all’uscita uscita dall’ambulatorio, non mi sono mai sentita tanto tranquilla e a mio agio in quel periodo come quando ero con lui.

La bontà è come un’aura che protegge e protegge chi è intorno, rende forti e dà pace.

prima delle vacanze

In attesa di partire per queste vacanze estive penso che saranno vacanze diverse dalle altre……le ultime vacanze da fidanzati.

La prossima estate sarò in viaggio di nozze a crogiolarmi su un lembo di spiaggia bianca di un’isola delle Bahamas 🙂

Ed invece appena un anno prima sarò su un prato a prendere il sole, vicino ad una piscina e con le Dolomiti dietro di me.

Sarò presa da lunghe camminate, in tenuta da trekking per i sentieri dell’Alto Adige.

Mi rigenero mentre aspetto di diventare moglie e madre 🙂

Banalità

Qualche riflessione sulla banalità: mi rifaccio a quanto disse lo scrittore Luis Sepùlveda a proposito, come spunto da cui partire per riflettere sulla natura della banalità.

Un male?

Addirittura un peccato?

O semplicemente uno stile di vita?

Un modo di pensare?

Una filosofia?

La figlia dell’ignoranza?

 

“La banalità cerca di pervertire il vero peso delle parole; perché sente la minaccia dell’ordine che creano e del frutto più importante di quest’ordine: la ragione che ci fa temere l’abisso, ci rende coraggiosi di fronte alle avversità e diffidenti dinanzi al farabutto che cerca di dare gatta per lepre.”

(Luis Sepùlveda)